L’interruzione definitiva dei colloqui tra i creditori e la Grecia mette i mercati in standby. Nel suo discorso di ieri, Tsipras ha incitato i cittadini a votare NO al referendum, sostenendo che il risultato dell’urna potrebbe aiutare il Paese a negoziare un accordo più favorevole rispetto alle richieste di Bruxelles. Gli investitori tra oggi e domani faranno le loro puntate in vista della consultazione referendaria di domenica e i sondaggi saranno il principale driver dei mercati.
In base alle ultime rilevazioni, sembrerebbe prevalere la massima incertezza, sebbene ci siano due punti che generano abbastanza confusione. In primo luogo, il referendum verrà condotto sulle proposte dell’Eurogruppo del 25 giugno, e non sulle ultime concessioni che indicano una chiara apertura e maggiore disponibilità a favore della Grecia.
In secondo luogo, tra i Greci non è ancora ben chiara l’idea delle ripercussioni post referendum. Pesa soprattutto quest’ultima incertezza, che non crediamo verrà risolta prima del voto vista la chiara intenzione dell’esecutivo Tsipras di sottolineare i vantaggi potenziali della vittoria del NO. Il rischio, lo ribadiamo, è che non sono state spiegate a sufficienza le conseguenze di una simile scelta.
Difatti, sebbene la vittoria dei “NO” non equivalga alla certezza scientifica di abbandono della zona euro, questa eventualità resta comunque altamente probabile e deve essere considerata nel ventaglio delle ipotesi e delle prospettive future. Solo questa mattina in un’intervista al network finanziario Bloomberg, il ministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis ha fatto sapere che rassegnerà le sue dimissioni in caso di vittoria dei SI. Politicamente, l’esecutivo ellenico sta utilizzando tutte le armi a sua disposizione per allineare la volontà popolare alla linea di governo.
Intanto oggi sono di scena i Non Farm Payrolls, che proveranno a conquistare l’attenzione dei mercati e degli investitori. I dati in arrivo oggi non dovrebbero spostare più di tanto l’aspettativa di un rialzo dei tassi della Fed previsto per settembre. Solo delle figure lontano dal consenso potrebbero impattare sul biglietto verde, apparso abbastanza tonico nelle ultime ore dopo i dati migliori delle attese di ieri. Il cambio Eur/Usd (qui l’andamento dei prezzi) questa mattina rimane in area 1,10, minimi delle ultime tre sedute proprio grazie a questa forza della divisa Usa. Da sottolineare la discesa inesorabile dell’oro, che, nonostante le forti tensioni di questi giorni dovute alla Grecia e agli accresciuti rischi geopolitici, questa mattina ha aggiornato i minimi da oltre tre mesi, scendendo in area 1.160 dollari/oncia.