Con la diffusione di BitCoin si pone nuovamente il problema del ruolo della moneta negli scambi commerciali. In che senso essa è importante? Perché la utilizziamo e che operazioni possiamo fare? E qual è l’impatto che può avere per le imprese e i consumatori, una realtà come quella di BitCoin, peraltro non immune da critiche per i problemi di sicurezza e le truffe capitate negli ultimi tempi.
Nel caso delle società prive di una particolare elaborazione tecnologica, che in genere definiamo contadine o primitive, è assai dubbio che possano essere applicati i principi fondamentali dell’analisi del comportamento economico, o addirittura la stessa categoria con la quale si identificano all’interno dei fenomeni sociali quelli di natura, appunto, economica.
Sembra infatti evidente, in casi come questi, la totale assenza di una linea di demarcazione simile a quella che nella nostra società, che definiamo avanzata, tanto è dominata dal libero mercato, ci è familiare tra fenomeni economici e fenomeni sociali di altro genere. Quasi tutti gli antropologi, nonostante le profondo divergenze che li separano su questi temi, ammettono che in una società semplice l’interrelazione tra l’economico, il sociale e il culturale è talmente stretta e complessa, da rendere arduo isolare per le esigenze di studio un sistema economico senza impoverirlo e deformarlo. Si osserva in particolare che nelle società più semplici la moneta come il mercato, se non sono totalmente assenti, hanno comunque un ruolo limitato e marginale.
La funzione principale della moneta è quella di rendere immediatamente paragonabili tra loro i valori attribuiti non soltanto ai differenti beni materiali, ma anche ad attività o, addirittura, a prodotti del pensiero, che risulterebbero altrimenti reciprocamente incommensurabili. In assenza di questo strumento fondamentale, che permea l’intero nostro agire, è difficilmente immaginabile che gli individui possano organizzare il proprio comportamento sulla base di scelte economicamente razionali e conseguenti. Senza la moneta non potremmo parlare uniformemente di beni e servizi, senza attribuirgli alcun valore. Se nella nostra società è possibile acquistare con lo stesso denaro cibo, beni di consumo e occasioni di lavoro o divertimento, nelle società tradizionali questi diversi generi di possibili oggetto del desiderio appartengono a settori sociali sostanzialmente separati, se non addirittura incomunicabili. Anche là dove esiste qualche forma di “moneta primitiva”, essa non può essere usata che per ottenere in cambio un solo tipo oppure pochi tipi alternativi di beni o di servizi, e molto spesso non compaiono tra questi i beni più importanti (ad esempio la terra coltivabile).
Questo non impedisce tuttavia che anche in assenza di moneta sia possibile in qualche modo scambiare, per esempio, oggetti d’uso con potere o prestigio, ma questo non avviene tramite operazioni di mercato. E’ stato osservato che molto spesso lo scopo degli scambi, anche di beni d’uso, non è quello di raggiungere un vantaggio materiale, bensì di accrescere il proprio prestigio oppure quello di allacciare o rinsaldare rapporti sociali con persone appartenenti al proprio o ad altri gruppi. Una moneta virtuale come BitCoin non mette in crisi questo fondamento, perché in una società aperta e multi-livello come la nostra, fare acquisti on line, acquistare beni o servizi attraverso il pagamento di una moneta elettronica non tangibile è un fatto assodato.
Se ci pensiamo bene la stessa moneta corrente tradizionale, quasi mai circola in maniera materiale. Spesso parliamo di un pagamento come di un trasferimento di denaro, che nella pratica non avviene affatto, due numeri si allineano segnalando il passivo e l’attivo, ma nessuno ha ritirato dei soldi materialmente e ci potete contare che, in un’operazione tra due banche, non avviene uno scambio fisico, ma solo una partita di giro. L’introduzione di una moneta virtuale semai mette in crisi il sistema di riconoscimento e fiducia, che affidiamo oggi alla cartamoneta, che in termini puramente materiali non vale nulla. Il valore che gli diamo è determinato dal fatto che esiste un patto non scritto tra di noi, che riconosciamo come valido un foglio di carta filigranato, sul quale fa da garante un ente centrale, che dispone di poteri molto discrezionali in ordine a quel valore e che tiene una riserva cospicua in oro per bilanciarlo, qualora anche quella carta perdesse valore. Quindi il futuro di BitCoin e delle altre monete virtuali passerà per forza dal riconoscimento globale, che nonostante l’uso, potrebbe non venire mai se non subordinato alle banche centrali.