Nonostante le speranze delle persone che si aspettavano un suo rinnovo, l’Opzione Donna non è stata confermata nella Legge di Stabilità 2018; è probabile che in futuro si torni a parlare di una misura di questo tipo, ma bisogna ricordare che ci sono ancora delle lavoratrici che hanno la possibilità di richiederla per poter andare in pensione con un po’ di anticipo; cerchiamo di capire qual è la situazione dell’opzione contributivo donne, concentrandoci soprattutto sul pubblico impiego.
Opzione contributivo donna 2018: pubblico impiego e settore privato
L’Opzione Donna era una misura studiata sia per le lavoratrici del pubblico impiego che per quelle del settore privato che consentiva loro di andare in pensione al raggiungimento dei 57 anni di età (uno in più per le lavoratrici autonome) se erano stati accumulati almeno 35 anni di contributi. Anche se l’opportunità di andare in pensione qualche anno prima può sembrare un’occasione allettante bisogna aggiungere che chi ha deciso di usufruire di questa misura ha subito una decurtazione del proprio assegno pensionistico, calcolato non più con il sistema retributivo o misto, ma con il meno conveniente sistema contributivo (ecco perché si parla di Opzione Contributivo Donna).
Dopo essere stata introdotta in via sperimentale con la legge 243/2004 e rinnovata dalle seguenti Leggi di Bilancio, l’opzione Donna nel 2018 non è stata confermata; questo significa che attualmente possono approfittare di questa misura solo le donne lavoratrici che hanno compiuto i 57 anni e 7 mesi prima del 31 luglio del 2016 e che hanno accumulato 35 anni di contributi prima del 31 dicembre del 2015. Come abbiamo detto in precedenza, accedere all’Opzione contributivo donna permette di uscire dal mondo del lavoro con un discreto anticipo, ma presenta uno svantaggio rappresentato dalla decurtazione sull’assegno.
Conseguenze sull’assegno e modalità di richiesta
L’importo da erogare infatti viene calcolato basandosi per intero sul sistema contributivo: tradotto in parole povere, questo meccanismo può comportare una riduzione della pensione che può andare da un minimo del 20% fino ad un massimo del 40%. La mancata conferma dell’Opzione Donna nel 2018 ha scatenato non poche polemiche, ma si continua a parlare dell’introduzione di altri meccanismi di flessibilità in uscita; in passato si era parlato anche di una nuova versione della misura, ma con condizioni decisamente meno convenienti rispetto alla vecchia formula: non rimane altro che attendere sviluppi.
Le lavoratrici del pubblico impiego e del settore privato che hanno raggiunto i requisiti entro i termini illustrati in precedenza possono presentare la domanda di pensione con l’Opzione contributivo donna sfruttando diversi canali: la richiesta per via telematica può essere trasmessa tramite il sito online dell’Inps, ma è possibile mettersi in contatto con il Contact Center (al numero 80iintermediari abilitatintermediari abilitati3164) oppure affidarsi ad enti di patronato o altri intermediari abilitati.