In un mondo in cui la tecnologia e il settore dei servizi sembrano essere dominanti, l’agricoltura continua a rivestire un ruolo fondamentale; non se ne parla moltissimo, ma questo settore dà lavoro a tantissime persone e potrebbe nascondere delle interessanti opportunità: sarà così anche nel prossimo futuro? Conviene investire nell’agricoltura nel 2019?
Investire nell’agricoltura nel 2019: perché sì e perché no?
Chi è intenzionato ad avviare una nuova impresa ma non ha ancora scelto il suo campo di attività spesso si affida al web per trovare idee interessanti. Non è raro che sui siti che trattano questo argomento tra le attività consigliate ci siano anche quelle legate all’agricoltura: in alcuni casi vengono anche elencate quelle che possono essere le culture e gli allevamenti più redditizi. Per quanto riguarda le culture spesso si fa riferimento al tartufo, ai funghi, ai frutti di bosco e allo zafferano. C’è poi da considerare la domanda di prodotti bio, che è in continua crescita e può rappresentare un’opportunità da non sottovalutare.
Chi è intenzionato ad investire nell’agricoltura avviando un nuovo percorso imprenditoriale (o, in alcuni casi, migliorando un’impresa già esistente) non dovrebbe perdere d’occhio i bandi relativi ai contributi erogati a livello regionale, nazionale o europeo: possono essere agevolazioni di vario tipo, prestiti agevolati o finanziamenti a fondo perduto che possono risultare fondamentali per la realizzazione del progetto. Purtroppo, come ha sottolineato anche Confeuro, all’interno della Legge di Bilancio di cui si chiacchiera tanto in questo periodo non si fa alcun accenno al settore agroalimentare.
Il trading sulle materie prime agricole
Nessun riferimento ad eventuali investimenti, incentivi o accesso al credito facilitato per le imprese del settore agricolo: questa notizia può frenare un po’ gli entusiasmi delle persone che erano intenzionate ad intraprendere un’attività di questo tipo. Ma quello di aprire un’impresa non è l’unico modo di investire nell’agricoltura: è infatti possibile anche fare trading sulle commodities del settore agricolo. Sono molti i trader che per diversificare il loro portafoglio e per trovare nuove opportunità di profitto tengono d’occhio questo settore e, tramite le piattaforme di broker regolamentati, scambiano strumenti finanziari derivati su questi prodotti.
Le materie prime agricole vengono chiamate anche soft commodities; non se ne parla moltissimo, ma raccolgono l’attenzione degli investitori di tutto il mondo: basta pensare che il caffè è la seconda materia prima più scambiata sui mercati, preceduta solo dal petrolio. Le spinte di domanda e offerta (in alcuni casi di carattere stagionale) possono essere soggette anche a forze esterne (ad esempio calamità naturali) che possono incidere sulla produzione e sull’andamento dei prezzi. Detto del caffè, tra i prodotti agricoli più trattati ci sono anche il mais, la soia, il grano, lo zucchero, il cotone e il cacao.