Nel corso degli ultimi due anni è stato registrato un incremento delle compravendite di case vacanza: nonostante si tratti di investimenti che comportano un importante esborso di denaro e da ormai tantissimo tempo si senta dire che investire nel mattone non è una grande idea sono ancora molte le persone che pensano ad una soluzione del genere per impegnare i loro risparmi. Ma nel 2019 investire in casa vacanze conviene? Qual è la normativa vigente e quali sono le linee guida per fare un buon affare?
Conviene investire in casa vacanze?
Gli investimenti in immobili stanno lentamente tornando di moda perché stiamo attraversando un particolare momento storico in cui i prezzi sono bassi (nelle grandi città in realtà no, ma le oppertunità interessanti non mancano), gli affitti sono in aumento e i tassi di interesse sono ancora bassi e molti ne approfittano per accendere un mutuo. Aggiungiamoci anche il fatto che altri tipi di investimento tradizionali (come ad esempio l’acquisto di obbligazioni e titoli di Stato) non offrono più dei rendimenti particolarmente allettanti. Nel periodo post crisi, quando i prezzi delle case era particolarmente basso, molte persone hanno pensato bene di investire acquistando delle case in località famose per la loro vocazione turistica.
Ma l’acquisto di una casa vacanze rappresenta un buon investimento? Se si compra una casa giusto per trascorrerci qualche settimana di ferie e lasciarla chiusa per il resto dell’anno non possiamo parlare di vero e proprio investimento, visto che non c’è alcun ritorno; se invece oltre a godersela per un po’ di tempo si decide anche di ottenerne un ritorno le cose cambiano: ad oggi ci sono molti strumenti che permettono di affittare la propria casa a turisti. Ad ogni modo sono davvero tante le cose da prendere in considerazione prima di investire in casa vacanze. Ad esempio bisogna tener conto della distanza dalla propria prima casa (quanto può costare raggiungere la casa vacanze se è molto lontana?) del tempo che si pensa di trascorrervi e dei costi di gestione (manutenzione ordinaria e straordinaria, eventuali spese condominiali e così via).
Normativa 2019 e linee guida
L’articolo 53 del Codice del Turismo definisce la casa vacanze come un immobile che il proprietario affitta a dei turisti per periodi molto brevi (ad esempio un week end), brevi (fino ad un mese) o medio lunghi (da uno a tre mesi). Per affitti di durata inferiore ai 30 giorni (short let) non è necessario stipulare un contratto scritto; per affitti più lunghi invece il contratto deve essere scritto e registrato presso l’Agenzia delle Entrate, con tanto di pagamento della relativa imposta. La casa vacanze è una struttura ricettiva e può essere gestita in forma non imprenditoriale (ovvero occasionalmente) oppure in forma imprenditoriale (se l’attività è svolta in modo stabile e continuativo, e in questo caso è necessario aprire la partita IVA).
A prescindere dalla presenza di partita IVA, per sfruttare la casa vacanze è necessario farla accreditare dalla Questura competente per territorio (fondamentalmente si tratta di una comunicazione da fare alle autorità, in modo che l’immobile possa essere registrato come struttura ricettiva); ogni volta che si ricevono degli ospiti sarà necessario farsi dare un documento di identità e compilare entro 24 ore dal loro arrivo la Schedina Alloggiati della Polizia di Stato. Queste regole sono valide per tutto il territorio nazionale, ma ogni Regione ha la possibilità di definire ulteriori regole, quindi per non commettere errori è necessario consultare i regolamenti regionali.