Un incidente stradale è sempre un evento estremamente spiacevole e indesiderato, ancor più quando vi sono vittime. Quando ciò accade, non ci si preoccupa che della persona o delle persone rimaste coinvolte e, solo successivamente, quando si riacquisti un minimo di lucidità, si passa a pensare alle implicazioni legali e all’eventuale risarcimento cui si potrebbe aver diritto.
Il risarcimento danni per incidente stradale mortale è possibile sia che si tratti di terze persone coinvolte, sia che il danno sia stato arrecato, ad esempio, da cattiva manutenzione della strada.
In caso di vittime, prima ancora di accertare le cause e ottenere un risarcimento, è necessario occuparsi delle spese funerarie e, qualora ci si trovi lontano da casa, persino del rimpatrio delle salme. Alcune compagnie assicurative sollevano la parte lesa da questi gravosi compiti, anticipando le spese necessarie dopo l’evento funesto. Successivamente, la parte colpevole sarà individuata da legali competenti, che accerteranno eventuali responsabilità sia civili che penali.
Per ottenere, dalla compagnia assicurativa del colpevole dell’incidente un risarcimento danni, si dispone di un tempo massimo di 5 anni per quanto concerne persone e animali (per i danni materiali il tempo si riduce a 2 anni). Ovviamente, in caso di perdita della vita, il risarcimento e le pene conseguenti applicati saranno molto più importanti. Di recente, è stato introdotto anche il reato di omicidio stradale che, per rendere giustizia in maniera più incisiva, prevede sanzioni e pene più severe rispetto all’omicidio colposo e, in taluni casi, paragonabili all’omicidio volontario.
Al fine di individuare senza ombra di dubbio il responsabile che abbia cagionato l’incidente mortale, occorre attendere le perizie necessarie che coinvolgeranno la polizia scientifica: attraverso i rilevamenti di tracce biologiche e analisi della dinamica stessa dell’incidente, si risalirà all’evento e alla persona (o alle persone) coinvolta. Una volta individuato il soggetto senza più ombra di dubbio, verranno attuate tutte le procedure necessarie affinché si possano quantificare i danni: ogni compagnia assicurativa prevede un massimale in questi casi, quindi, laddove questo sia inferiore al totale convenuto dai giudici, sarà il soggetto che ha cagionato l’evento a compensare personalmente la cifra mancante.
Parallelamente, si procederà a stabilire la pena da scontare in base alla gravità del comportamento tenuto dal soggetto: ignorare un semaforo rosso, guidare a una velocità superiore a quella consentita, magari investendo qualcuno sulle strisce pedonali, o ancora, guidare sotto l’effetto di alcool o stupefacenti, ignorando segnalazioni e precedenze, sono tutte aggravanti di cui i magistrati terranno conto, sia per quanto concerne il risarcimento che la pena da applicare. Il ritiro della patente e la detenzione per un periodo più o meno lunghi saranno inevitabili.
Accade anche che l’incidente mortale possa essere cagionato da una strada dissestata. Buche profonde, radici di alberi o cedimenti dell’asfalto dovuti a incuria o a forti piogge sono solo alcune delle motivazioni che, al giorno d’oggi, causano, purtroppo, sempre più spesso gravi sinistri. In questi casi, la parte lesa dovrà rivalersi sul Comune o sull’Ente proprietario del tratto di strada stessa. In questo caso, i tempi di risarcimento potrebbero protrarsi ed è buona norma chiamare immediatamente le autorità competenti perché effettuino i rilevamenti, scattino foto e coinvolgano eventuali testimoni per redigere un’accusa solida e ben documentata, in cui le condizioni del manto stradale siano evidenti sin da subito. La valutazione del medico legale potrà completare il quadro e si potrà inoltrare la richiesta di risarcimento perché la giustizia faccia il suo corso.