Per stimolare la spesa privata mirata alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione tecnologica lo Stato ha varato delle misure specifiche; l’obiettivo finale è quello di sostenere la competitività delle imprese italiane e favorire i loro processi di transazione digitale e negli ambiti dell0economia circolare e della sostenibilità ambientale: stiamo parlando del credito imposta ricerca e sviluppo. Vediamo in cosa consiste e quali sono le novità relative al metodo di calcolo e alla richiesta dei contributi.
Chi può beneficiare del credito imposta ricerca e sviluppo
Possono beneficiare del credito d’imposta ricerca e sviluppo tutte le imprese che risiedono in Italia, a prescindere dalla natura giuridica, dalla dimensione e dal settore economico a cui appartengono; sono escluse solo le imprese oggetto di procedure concorsuali. Per poter beneficiare dell’agevolazione è necessario che le imprese rispettino le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e siano in regola con il versamento dei contributi assistenziali e previdenziali dei loro lavoratori.
In cosa consiste il beneficio e come si calcola
Ma vediamo in cosa consiste questo credito d’imposta ricerca e sviluppo e qual è il sistema di calcolo dell’agevolazione.
- Per le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in capo scientifico e tecnologico è riconosciuto un credito d’imposta in misura del 12% delle spese agevolabili fino ad un massimo di tre milioni di euro;
- per le attività di innovazione tecnologica con lo scopo di realizzare prodotti o processi di produzione nuovi o migliorativi di quelli esistenti è riconosciuto un credito d’imposta in misura del 6% delle spese agevolabili fino ad un massimo di 1,5 milioni di euro; il credito d’imposta sale al 10% delle spese agevolabili (sempre entro un massimo di 1,5 milioni di euro) per le attività di innovazione tecnologica che puntano ad un obiettivo di innovazione digitale 4.0 o di transazione ecologica;
- per le attività di design e di ideazione estetica per la concezione e la realizzazione di nuovi prodotti e campionari nei settori tessile, calzaturiero, orafo, dell’arredo, della ceramica, della moda, dell’occhialieria è riconosciuto un credito d’imposta in misura del 6& delle spese agevolabili fino ad un massimo di 1,5 milioni di euro.
Il credito d’imposta ricerca e sviluppo può essere utilizzato solo in compensazioni attraverso tre quote annuali dello stesso valore, a partire dal periodo di imposta successivo a quello in cui è maturato il beneficio. La base di calcolo del credito deve essere al netto di altre sovvenzioni o contributi a qualunque titolo ottenuti per le stesse spese ammissibili. È possibile applicare il beneficio anche per più attività nel corso dello stesso periodo di imposta, rimanendo sempre nei massimali indicati e a patto che ci sia una separazione analitica dei progetti e delle spese relative alle diverse attività.
Requisiti per la richiesta
Per poter ottenere il riconoscimento del credito d’imposta è necessario che le spese ammissibili siano dimostrabili tramite un’apposita certificazione rilasciata dal soggetto che si occupa della revisione legale dei conti; per le imprese che non sono obbligate alle revisione legale le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione sono “rimborsate” con un aumento di massimo 5.000 euro del credito d’imposta.
In più le imprese devono redigere e conservare una relazione tecnica che spieghi le finalità della attività ammissibili svolte, illustrandone i contenuti e i risultati che sono stati ottenuti. Per beneficiare del credito d’imposta ricerca e sviluppo le imprese devono inviare una comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico.