Durante il corso del 2020 e ancora del 2021 abbiamo avuto modo di sperimentare quello che in inglese è definito smart working. Si tratta del lavoro da remoto, ovvero lo svolgimento delle proprio mansioni tramite un computer direttamente da casa o, in ogni caso, senza doversi recare presso il luogo di lavoro.
Una situazione causata dalla pandemia mondiale da Covid-19, un evento del tutto inaspettato che ha messo in crisi più di una realtà. A tale scopo, infatti, il Governo ha predisposto una serie di incentivi smart working, dedicati proprio ai lavoratori che si ritrovano a dover lavorare da remoto. Ma quali sono questi incentivi e come si possono richiedere? Ecco tutto quello che dovete sapere.
Incentivi smart working: che cosa sono?
Come già accennato, la pandemia ha portato moltissimi lavoratori a dover riconsiderare le modalità di svolgimento della propria attività. Ciò ha ovviamente coinvolto in primo luogo le aziende. Queste nel giro di pochissimo tempo sono state costrette a trovare i mezzi e le modalità affinché l’attività potesse proseguire senza intoppi. Per chi è stato possibile, infatti, il lavoro è diventato telematico, spostando il centro delle attività dall’ufficio a, spesso, la propria abitazione. Se da una parte per molti lavoratori questo cambiamento ha rappresentato un miglioramento delle proprie condizioni di lavoro, per altri invece non è stato così.
In cosa consistono gli incentivi smart working
Per questo motivo la Commissione Lavoro della Camera, in particolare nel corso del 2021, ha presentato progetti e proposte di legge pensate specificamente per queste aziende e lavoratori. All’interno del Decreto Sostegni, per esempio, è contenuta la proroga per diversi bonus e incentivi smart working, tra cui appunto il “Bonus Smart working“.
Si tratta di un’agevolazione fiscale dedicata ai datori di lavoro che retribuiscono i lavoratori anche tramite i cosiddetti “fringe benefits”. I fringe benefits, così come definiti all’articolo 51 del Testo unico delle imposte sui redditi rappresentano una retribuzione erogata sotto forma di beni e servizi equivalenti a un importo massimo di 516,46 euro.
L’importo inizialmente ammontava a 258,23 euro, ma ha subito un raddoppio con il Decreto Agosto (Dl 104/2021). Per esempio sono fringe benefits i buoni pasto, i buoni carburante, l’auto o il telefono aziendale.
Nel caso degli incentivi smart working, però, i fringe benefits si tramutano in agevolazioni per fornire ai dipendenti nuove apparecchiature per il lavoro da remoto (o “lavoro agile“). Tra queste possono quindi essere compresi l’acquisto (o la fornitura da parte del datore di lavoro) di elementi per migliorare la postazione di lavoro da casa. Per esempio, una seduta ergonomica o un sistema di illuminazione dedicato.
Come richiederli?
In primo luogo è bene specificare che la scelta sul fornire o meno questi incentivi smart working spetta al datore di lavoro. Inoltre, si applicano solo per i lavoratori dipendenti i cui rapporti di lavoro hanno ad oggetto “prestazione di lavoro, con qualsiasi qualifica, alle dipendenze e sotto la direzione di altri, compreso il lavoro a domicilio quando è considerato lavoro dipendente secondo le norme della legislazione sul lavoro.”
Sarà quindi necessario rivolgersi al proprio datore di lavoro per scoprire se ha intenzione o meno di aderire a questa possibilità. In ogni caso, è importante tenere in considerazione il fatto che non si tratta dell’unico bonus a disposizione per i lavoratori in smart working.
Sono infatti presenti anche altri bonus, quali il bonus pc. Questo, per esempio, permette l’acquisto di un personal computer o di un tablet o, in alternativa, di sottoscrivere un contratto per la connessione ad internet veloce. L’ammontare di questo bonus può arrivare fino a un massimo di 500 euro che, sommati con i possibili incentivi smart working, danno al lavoratore un credito pari a 1.000 euro.