Tra i vari fac simile online si può trovare anche quello del contratto di comodato, ma a che cosa serve quest’ultimo? Come compilarlo? A chi e in che modo inviarlo, per via telematica?
Il contratto di comodato
Prima di capire come compilarlo, è bene sapere cos’è il contratto di comodato, ed esso è un accordo stipulato tra due parti, ovvero il comodante e il comodatario, in cui primo assegna al secondo un mobile o un immobile, per un certo lasso di tempo, e al termine del suo uso il comodatario si impegna a restituirlo, sia in ambito privato che in quello commerciale.
Questo tipo di contratto è gratuito, anche se non si può escludere che in alcuni casi richieda un certo costo, a seconda del valore del bene, e la disciplina del comodato è presente nel Codice Civile, che stabilisce le penalità per comodatario, se esso non restituisce il mobile o l’immobile nei tempi e nei modi previsti, e non può cederlo a terzi senza il permesso del comodante.
Nel caso che non sia previsto un termine per la restituzione del bene, si potrà parlare di un comodato precario, ed il comodato riconosce alla parte del comodante la massima tutela e, secondo l’articolo 1810 del Codice Civile, il comodatario è tenuto a restituire il bene quando con il comodante lo richiede, non essendoci una data vera e propria del termine del contratto. In caso di morte del comodatario, il comodante potrà richiedere la restituzione agli eredi.
Il fac simile del contratto
Questo contratto va registrato presso l’Agenzia delle Entrate, ma per la sua natura semplice e gratuita è possibile scaricare online un fac simile, da vari siti, che può essere valido, se comprende i dati essenziali. In generale, esso comprende una prima parte in cui si inseriscono i dati del comodante e del comodatario, e se il bene in questione è un immobile, sono inclusi anche gli estremi catastali, da dover compilare, mentre la seconda parte sono inclusi gli obblighi di entrambi e un campo in cui inserire la durata del cedimento del bene, e vi si possono aggiungere, eventualmente delle clausole.
All’Agenzia delle Entrate, quando si andrà a registrare tale contratto, bisognerà presentarlo in triplice copia, di cui una per l’ufficio e le altre due per le parti interessate, con tanto di firma alla fine. Tali copie dovranno essere accompagnate ad un‘imposta di registro, pari a 200 euro, pagata con il modello F24, il modello 69, compilato e firmato, ed una marca da bollo da 16 euro. Per la mancata registrazione, che deve essere effettuata entro venti, trenta o sessanta giorni dalla stipulazione del contratto (a seconda del tipo di bene), sono previsti delle sanzioni, che possono partire da una cifra minima di 200 euro.
Oltre a questa forma scritta, vi è anche il contratto di comodato verbale, che non è la forma più sfruttata, ma non richiede una registrazione. Ma se si decide comunque di effettuare una registrazione, anche in questo caso, si deve comunque pagare l’imposta di registro da 200 euro.