OTO Melara è il nome di una società, controllata da Leonardo, che lavora nell’ambito della difesa. Fondata a La Spezia, oggi ha la sua sede a Roma ed ha due sedi operative a La Spezia e Brescia.
La nascita è susseguita alla necessità dell’Italia di ridurre la dipendenza dall’industria estera nel campo della siderurgia. Per questo, nel 1905, la Vickers e le Acciaierie di Terni si sono unite con lo scopo di raggiungere proprio una maggiore indipendenza.
La nascita di OTO Melara
L’unione di Vickers e Acciaierie Terni, avvenuto nel 1905, ha portato alla nascita della società “Vickers Terni“, con uno stabilimento a La Spezia. La sottoscrizione dei capitali fu effettuata dalla Terni, dalla Vickers, dai Cantiere Navale Fratelli Orlando, dai Cantieri navali Odero e dai singoli Giuseppe Orlando e Attilio Rovero. Fino a quel momento, in Italia, l’unica azienda che produceva artiglierie era la Armstrong di Pozzuoli; dal 1905, invece, lo stabilimento della Vickers Terni si specializza in cannoni per artiglierie, sia navali che terrestri.
Durante la Prima Guerra Mondiale, l’azienda ha costruito mitragliere da 40 mm, pezzi da 381 mm navali ed anche aerei da addestramento. Nel primo dopoguerra, invece, la Vickers Terni si è concentrata nel convertire la propria produzione, dedicandosi a motori a diesel e a vapore, caldaie, eliche per navi e turbine. Nel 1922, infine, Acciaierie di Terni rimase l’unico proprietario dell’azienda.
Rilevazione dalla Ansaldo – San Giorgio
Cinque anni dopo dall’uscita di Vickers, l’azienda è stata rilevata dalla società Ansaldo-San Giorgio, fino a quando a fine Anni Venti la società viene rilevata da Odero, dopo l’inglobamento dei Cantieri Orlando di Livorno, assumendo il nome di Odero-Terni-Orlando: da qui, l’abbreviazione OTO. Nel 1933, l’azienda passa nelle mani di IRI, l’Istituto per la Ricostruzione Industriale e si iniziano a produrre cannoni navali di grande calibro per le navi da battaglia, oltre ad incrociatori pesanti.
OTO Melara, dopo la guerra
A fine della Seconda Guerra Mondiale, la OTO Melara assume come denominazione Società Meccanica della Melara con sede a Roma e nel 1953 assume il nome definitivo, OTO Melara. Dopo la seconda guerra, la società inizia a produrre trattori, macchine tessili, ingranaggi, elevatori e cambi per Alfa Romeo. Riprende a produrre strumenti per la difesa solo dopo che l’Italia entra nella NATO: nei primi anni Sessanta progetta il cannone navale 76/62 MMI, per le navi della Marina Militare Italiana. Con i successivi accorgimenti, questo diventa uno dei maggiori successi dell’azienda.
Gli anni Cinquanta e Sessanta sono molto importanti per l’azienda, soprattutto perché ha dovuto difendersi dalla concorrenza statunitense. A guidarla c’è Gustavo Stefanini con Sergio Ricci, Arcangelo Ferrari, Alberto Conforti e Pietro Borachia, che riescono a mantenere alto il nome dell’azienda. Prima della caduta del Muro di Berlino, a fine anni Ottanta, OTO Melara si trova al centro di un’operazione di controspionaggio: alcune spie del patto di Varsavia, infatti, cercavano di rubarne i segreti. Cinque mersone vennero catturate.
OTO Melara in Leonardo
Nel 2001, OTO Melara entra a far parte del Gruppo Finmeccanica e nel 2016 confluisce nel gruppo Leonardo. Nel 2022, inoltre, iniziano le trattative per la vendita della Business Unit Sistemi di Difesa a Fincantieri o a KDNS.
I prodotti che ancora oggi OTO Melara produce sono armi, sicuramente quello di maggior successo; veicoli militari (carri armati, veicoli per trasporto di truppe, obici semoventi ed altri); trattori e veicoli blindati leggeri.