Esistono diverse motivazioni per le quali una persona ritiene opportuno aumentare le proprie disponibilità liquide; molto spesso tali motivazioni sono relative a esigenze familiari, come per esempio le spese per interventi di ristrutturazione o ampliamento della propria abitazione, il rinnovo dell’arredamento, l’acquisto di un’automobile usata, il matrimonio di un figlio, tasse scolastiche e acquisto di strumenti per lo studio e via discorrendo.
A prescindere dalle motivazioni, i modi per aumentare la propria liquidità sono vari, come per esempio un prestito personale da richiedere a una banca; questa opzione è molto comune, ma ultimamente sta risentendo molto dell’aumento dei tassi di interesse e ha perso un po’ del suo originario appeal; un’altra interessante possibilità, che negli ultimi tempi sta diventando sempre più utilizzata, è quella della vendita diamanti usati, modalità che può essere sfruttata per ricavare denaro liquido da beni che ormai non vengono più utilizzati da tempo e/o che non hanno un particolare valore sentimentale (per esempio gioielli o altri preziosi magari ereditati da un lontano parente).
Come viene effettuata la valutazione dei diamanti usati?
Chi decide di vendere un diamante si chiede ovviamente come avverrà la valutazione di tale bene, domanda sicuramente interessante che vale la pena di approfondire.
La valutazione dei diamanti non è sicuramente una questione banale ed è fondamentale che essa sia affidata a personale di grande esperienza e affidabilità, come per esempio i gemmologi che operano per Auctentic, la scelta ideale per ottenere la migliore valutazione possibile, processo che richiede un attento esame e un’accurata analisi di vari fattori; fra questi le 4C ovvero Color (colore), Clarity (purezza), Cut (taglio), Carat (caratura ovvero peso in carati).
Colore – Si fa riferimento alla tonalità del diamante, che va da D (il colore più bianco) a Z (un colore più giallo o marrone). Diamanti con un colore più bianco sono generalmente considerati più rari e preziosi. La valutazione del colore viene effettuata utilizzando una scala standardizzata.
Purezza – La purezza fa riferimento alla presenza di inclusioni o imperfezioni nel diamante. Diamanti con una purezza maggiore, cioè con meno inclusioni visibili, sono considerati più preziosi. Anche la valutazione della purezza utilizza una scala standardizzata.
Taglio – Il taglio si riferisce alla qualità della lavorazione del diamante e influisce sulla sua brillantezza e scintillio. Un buon taglio permette al diamante di riflettere la luce in modo ottimale, rendendolo più attraente e prezioso. Esistono diverse valutazioni del taglio, che vanno da “eccellente” a “scarso”.
Caratura – La caratura si riferisce al peso del diamante e viene misurata in carati (ct). Un carato equivale a 0,2 grammi (ergo 1 g = 5 ct). In linea generale, maggiore è la caratura di un diamante, maggiore sarà il suo valore. Tuttavia, la valutazione non si basa solo sulla caratura, ma tiene conto anche degli altri fattori.
Altri fattori che possono influenzare la valutazione di un diamante usato sono la forma del taglio, la simmetria, la fluorescenza e l’eventuale presenza di certificati di laboratorio indipendenti, come quelli emessi dal GIA (Gemological Institute of America) o da altre istituzioni riconosciute come per esempio l’IGI (Istituto Gemmologico Internazionale) o l’HRD (Hoge Raad voor Diamant, Alto Consiglio del Diamante).
Riassumendo brevissimamente: la valutazione di un diamante è una procedura che richiede un’accurata analisi di molti fattori e che, necessariamente, deve essere affidata a un professionista gemmologo di provata esperienza e affidabilità.