Ce lo siamo sentiti ripetere tantissime volte nel corso degli ultimi 5 o 6 anni da parte dei vertici finanziari del paese. Quante volte ci siamo sentiti dire “Questo è l’anno della ripresa!“, per poi rivelarsi l’ennesimo flop?
Eppure Confindustria sembra essere molto convinta di questa dichiarazione. Secondo il centro studi di Confindustria, infatti, la particolare congiuntura che si è andata delineando in queste ultime settimane, il calo dell’euro sempre più diretto alla parità con il dollaro, il crollo delle quotazioni del greggio e la diminuzione dei tassi di interesse, darà uno stimolo molto importante alle aziende italiane che potranno, così, mettersi alle spalle la crisi.
Secondo gli analisti di Confindustria “per l’economia italiana il 2015 si sta sempre più annunciando come l’anno spartiacque, perché termina la lunga e profonda recessione iniziata nel 2008 e tornano le variazioni positive per Pil e occupazione. Che probabilmente si riveleranno molto superiori alle previsioni correnti, anche a quelle più recenti“.
Alla faccia della prudenza, questa dichiarazione lascia trapelare da viale dell’Astronomia, un forte ottimismo per l’anno in corso. I dati che hanno accompagnato questa dichiarazione sembrano davvero essere molto positivi: si parla di un 2,1% di spinta sul pil e un +2,5% per il 2016.
Tuttavia il nostro personale giudizio ci obbliga alla massima prudenza. Prima di diffondere ottimismo sarebbe opportuno verificare che questi aspetti abbiano effettivamente un impatto significativo su uno dei problemi più gravi: la disoccupazione.