Alcuni imprenditori sono molto bravi ad investire, ma non si sentono all’altezza o non hanno abbastanza tempo per gestire direttamente l’azienda che hanno acquistato.
Proprio per questo motivo è stata introdotta la possibilità di stipulare un affitto d’azienda, ovvero un particolare contratto in base a cui l’imprenditore dà in gestione la sua attività a un’altra persona, dietro un pagamento di canone mensile.
È una soluzione che viene utilizzata piuttosto di frequente, e che comporta molti vantaggi per entrambe le parti, ma anche una serie di oneri soprattutto per chi prende in gestione l’attività.
Che cosa sono e come funzionano gli affitti d’azienda
L’affitto d’azienda, quindi, è un tipo di contratto per cui il locatore (ovvero il proprietario dell’attività) cede l’utilizzo della sua proprietà a un locatario (ovvero l’affittuario), ricevendo un corrispettivo economico che, in termini tecnici, si chiama canone.
Questo canone, in base agli accordi presi tra le due parti, può essere mensile o versato con altre scadenze, e permette al locatario di avere diritto all’intero utile prodotto dall’azienda, al netto di questa spesa e di tutte le spese di gestione, sia ordinarie che straordinarie.
Gli affitti aziendali possono essere stipulati per qualsiasi tipo di azienda e attività, e possono essere proposti da ditte individuali, società di persone o società di capitali.
Uno dei settori in cui si usano maggiormente gli affitti aziendali è quello del turismo e della ristorazione. Bar, hotel e strutture ricettive spesso vengono “dati in gestione”: non vuol dire altro che la stipula di un affitto aziendale, che permette al titolare di rimanere proprietario incassando un affitto mensile, e al locatario di avere un’azienda già avviata su cui non dovrà spendere gli impegnativi investimenti iniziali.
All’interno del contratto relativo agli affitti d’azienda è necessario indicare i termini di scadenza dello stesso, e al momento della chiusura – che sia alla scadenza prevista o in via anticipata – occorre sempre darne comunicazione alla Camera di Commercio: è un’operazione per cui è legittimato solo il notaio, che si occuperà anche di pagare l’imposta di registro.
In base alla volontà delle due parti, in sede di contratto è anche possibile stabilire che, passato un certo periodo di tempo, l’affittuario possa avere un’opzione d’acquisto sull’attività, ovvero comprarla dal titolare e diventarne proprietario a tutti gli effetti.
Affitti d’azienda: pro e contro
L’affitto d’azienda è un tipo di contratto molto vantaggioso per entrambe le parti coinvolte: da una parte, infatti, il proprietario mantiene il suo status senza rinunciare alla sua impresa e guadagnandoci comunque qualcosa (il canone di affitto), e dall’altra parte il giovane imprenditore, che magari ha tanta voglia di fare ma non ha capitale per iniziare, può avere un’attività pronta all’uso senza dover spendere soldi in investimenti iniziali.
Il gestore non ha dei veri e propri contro in questo accordo, ma deve tenere ben presente che le spese di gestione – ordinarie, straordinarie e stipendi dei dipendenti – così come la manutenzione dello stabile, sono tutte a carico suo per l’intera durata del contratto.
Quindi sì, l’affittuario ha un grande risparmio iniziale e ha diritto di intascare il guadagno per intero, ma deve sempre considerare il canone pattuito e le spese gestionali a suo carico.
Inoltre, deve prestare molta attenzione a una particolare clausola dell’affitto d’azienda: alla scadenza del contratto, infatti, è stabilito che l’affittuario debba restituire l’azienda come l’ha ricevuta, senza quindi andarne a deteriorare l’efficienza economica.