I liberi professionisti o i lavoratori dipendenti che possiedono determinati requisiti hanno la possibilità di aprire la Partita IVA nel regime dei minimi; questa soluzione consente di beneficiare di agevolazioni fiscali come l’imposta sostitutiva applicata sui ricavi e la riduzione degli oneri amministrativi grazie all’esenzione dalla compilazione di alcuni registri.
I vantaggi fiscali e contabili del regime forfettario
Ad oggi, chi decide di aprire la Partita IVA può scegliere tra due opzioni, ovvero il regime ordinario e il regime forfettario (che ha preso il posto di quello che era il regime dei minimi e quindi spesso viene ancora chiamato così); questa seconda soluzione può risultare conveniente per chi ha intenzione di intraprendere un’attività con cui pensa di fatturare tra i 25.000 e i 50.000 euro all’anno, perché in questo modo potrà godere di diversi benefici, sia in termini fiscali che in termini contabili.
Per chi presenta i requisiti richiesti, il “nuovo” regime dei minimi pensato per i liberi professionisti, gli artigiani, i commercianti e i freelance che avviano una nuova attività prevede alcuni vantaggi; i più importanti tra questi sono:
- l’esenzione dall’IVA – quando si emette una fattura non bisogna aggiungere l’IVA al compenso;
- l’esenzione dalla ritenuta d’acconto – tutto l’imponibile indicato in fattura può essere incassato, senza la decurtazione del 20% di ritenuta d’acconto sui compensi;
- le tasse più basse – l’imposta sostitutiva del 5% per i primi 5 anni e del 15% dal sesto in poi rappresenta un gran bel vantaggio rispetto alla tassazione Irpef prevista per gli altri regimi (che è tra il 23% e il 42%);
- la contabilità semplificata – niente Studi di settore, niente Spesometro e niente registrazione delle fatture; la contabilità in questo modo risulta molto più snella e facilmente gestibile, senza dimenticare che è esente dall’Irap.
I requisiti per aprire la Partita IVA con il nuovo regime dei minimi
Per aprire la partita IVA con il regime forfettario bisogna rispettare dei precisi requisiti. Innanzi tutto non bisogna superare i limiti di fatturato annuale previsto per ogni attività economica (tra i 25.000 e i 50.000 euro); poi non bisogna aver percepito redditi da lavoro dipendente o assimilato oltre i 30.000 euro durante l’anno precedente; i costi per i dipendenti o i collaboratori non possono superare i 5.000 euro all’anno; il costo complessivo dei beni strumentali alla chiusura dell’esercizio non deve andare oltre i 20.000 euro. I requisiti devono essere verificati per chi ha già un’attività avviata dall’anno precedente, mentre ci si basa su dati presunti per chi ha intenzione di iniziare una nuova attività.