Il 2020 rimarrà nella storia come l’anno della pandemia da Covid-19, così come un secolo prima, in piena guerra mondiale, ci fu quella della cosiddetta “spagnola”. La grossa differenza è che, grazie alle tecnologie moderne e allo sforzo collettivo di più Paesi, nel giro di pochi mesi il mondo è stato in grado di produrre più di un vaccino efficace contro questo virus che l’ha messo in ginocchio.
Lo scorso 27 dicembre, dopo circa 9 mesi dal primo lockdown, in Europa c’è stato il cosiddetto Vaccine-Day, nel quale è partita una massiccia campagna vaccinale che coinvolgerà tutti gli Stati membri. Come per tutti i vaccini, c’è stata innanzitutto l‘approvazione dell’Ema (European Medicines Agency) e dell’Aifa, ovvero l’Agenzia Italiana del Farmaco, successivamente sono stati comunicati i punti fermi del piano.
I vaccini saranno somministrati gratuitamente a tutta la popolazione e, man mano che le dosi saranno prodotte e distribuite, verranno resi disponibili per tutti. Il primo che si sta utilizzando è quello della Pfizer-BioNtech e vi è un secondo richiamo previsto a distanza di qualche settimana, a garantire una copertura di circa il 95%.
L’ordine di priorità
L’ordine di priorità prevede che i primi a poter usufruire del vaccino siano tutti gli operatori sanitari e sociosanitari che sono in prima linea e quindi più esposti al rischio di contrazione del virus, così come il personale e gli ospiti anziani delle strutture come le RSA (tra le categorie più colpite specialmente durante i primi mesi di pandemia).
Seguono persone anziane, con o senza comorbidità (tra i 60 e gli 80 anni) e soggetti a rischio, quindi con patologie pregresse o in particolare stato di fragilità. Per il momento, si sta ancora valutando l’efficacia sui bambini o sulle donne in gravidanza.
Dove si farà il vaccino
Il vaccino Pfizer-BioNtech ha la peculiarità di dover essere conservato a temperature molto basse (fino ai – 80 gradi centigradi), perciò dovrà avere uno stoccaggio particolare che solo le strutture pubbliche, al momento, possono garantire.
Qui, il personale sanitario dedicato si occuperà di seguire scrupolosamente il calendario vaccinale perché arrivi a tutta la popolazione, si spera entro l’anno, per raggiungere l’immunità di gregge: per fare questo, si stima che almeno il 70% degli italiani debba ricevere le due dosi e al momento non vi è obbligatorietà.
Coordinamento e dati
Le doti disponibili dovrebbero arrivare a oltre 215 milioni nei prossimi mesi, per poter giungere a tutti considerando che si tratta di due dosi. In realtà, sono al vaglio anche altri vaccini che dovrebbero “rimpinguare” le file, a cominciare dall’americano Moderna per cui gli Stati Uniti si pongono l’ambizioso obiettivo di un miliardo di dosi entro il 2021.
Dal portale del Ministero della Salute, comunque, si può accedere a una dashboard nella quale si possono apprezzare i dati, in tempo reale, dei soggetti vaccinati che sono già oltre 250 mila. Al momento, all’Italia sono state consegnate poco meno di 500 mila dosi.
Peculiarità del vaccino Pfizer
La campagna vaccinale, quindi, è partita ufficialmente e costituisce il primo importante passo verso la tanto sospirata normalità, anche se sarà necessario tempo e monitorizzazione continua per avere sempre presenti i dati immunitari sviluppati dall’organismo. La medicina moderna, pur avendo fatto passi da gigante realizzando un vaccino in tempo record seguendo tutti i protocolli di sicurezza, ha conosciuto il virus Sars Cov 2 solo di recente, quindi si tratta ancora di una patologia oggetto di studi.
Seppure la risposta immunitaria del vaccino sia ampiamente documentata, occorrerà continuare a seguirne gli sviluppi per capire se saranno necessari ulteriori richiami, come accade ad esempio per il siero antinfluenzale che viene ripetuto ogni anno. Ovviamente, non si fermeranno neanche lo studio e la produzione dei vaccini da parte di altre case farmaceutiche perché, nel più breve tempo possibile, si possa arrivare a proteggere dal virus l’intera popolazione mondiale.