Per gli ordini professionali di vario tipo, ci sono dei parametri che qualificano ulteriormente il tutto e tutelano, nel contempo, le persone legati ad essi. La Cassa avvocati, ad esempio, è un ente che provvede all’aspetto previdenziale dei professionisti iscritti all’Ordine degli Avvocati e di quei professionisti che decidono di versare i propri contributi, anche durante il periodo di praticantato, presso uno studio forense. In Italia esistono innumerevoli casse riservate a categorie specifiche di professionisti; pertanto attraverso di esse è possibile beneficiare di quei vantaggi che soprattutto a fine carriera danno il giusto valore al lavoro svolto.
Di cosa si occupa la Cassa avvocati?
Lo scopo della Cassa degli Avvocati, così come quello degli altri Enti Nazionali di Previdenza e Assistenza, è quello di assicurare, ai soggetti che svolgono una determinata professione, sia un buon trattamento pensionistico al termine della carriera lavorativa, sia una serie di servizi assistenziali, di formazione, aggiornamento e via discorrendo.
Dopo aver conseguito la Laurea in Giurisprudenza ed aver concluso il periodo di praticantato indispensabile per “spratichirsi” presso uno studio legale già affermato, occorre superare l’Esame di Stato al fine di esercitare ufficialmente la pratica forense ed inserire, finalmente, il proprio nominativo all’interno dell’Albo degli Avvocati della sua provincia.
L’apertura della partita IVA da avvocato impone l’obbligo di diversi adempimenti fiscali e burocratici come il versamento degli oneri e dei contributi previdenziali. Per percepire un risparmio sulla tassazione, si può adottare il regime forfettario dando così un taglio alle spese virando su un’imposta sostitutiva pari al 5% o al 15% applicabile al reddito imponibile che, secondo il codice ATECO e le sue relative disposizioni, corrisponde al 78% del proprio fatturato.
Che servizi offre la Cassa avvocati?
Gli avvocati e i praticanti avvocati, nel corso dei primi anni di iscrizione alla Cassa degli Avvocati, possono godere di determinate agevolazioni, che si applicano sui contributi soggettivo ed integrativo. Se l’iscrizione alla Cassa decorre da prima del compimento del trentacinquesimo anno di età, per i primi otto anni di iscrizione alla Cassa degli Avvocati – coincidenti con l’immissione ufficiale del proprio nominativo al relativo Albo – la cifra minima soggettiva verrà riscossa per metà dell’anno di competenza e per metà residuo. Dopo aver illustrato i dettagli del contributo soggettivo, occorre spulciare quelli che caratterizzano il cosiddetto contributo integrativo. Se l’iscrizione avviene prima dei 35 anni (a fronte della canonica iscrizione all’Albo) il contributo integrativo si riduce del 50% per i primi quattro anni dando maggiore sollievo alle tasche del diretto interessato.
Ad ogni modo, i praticanti godono di un esonero totale del versamento del contributo integrativo minimo, ma possono optare per la gestione separata dettata dall’INPS. Per quanto riguarda i servizi offerti, spicca sicuramente la possibilità di usare spazi in coworking e sale riunioni. Per i benefit legati alla flessibilità e alla massima convenienza possibile, l’adattamento degli spazi di lavoro permette di ottimizzare le risorse finanziarie al fine di procedere, eventualmente, con nuove forme di investimento in grado di migliorare ulteriormente le proprie performance.