La Nazione è fondata sul lavoro, sull’impegno che ogni cittadino prende e traduce in impiego, sia nel settore pubblico sia in quello privato, per far girare la grande macchina dell’economia. La stessa Costituzione Italiana ha in testa l’articolo che recita “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Il cittadino, in base alle proprie competenze e alle proprie capacità, può essere assunto sia nel pubblico sia nel privato. Ci sono delle differenze sia nella definizione di ente di natura giuridica privata e sia di ente di natura giuridica pubblica, e non solo. Ritroviamo, ad esempio, anche delle diversità nei metodi di assunzione. Andiamo con ordine e vediamole insieme.
Ente pubblico ed ente privato a confronto
Il rapporto definito convenzionale o tradizionale, ovvero quello del pubblico impiego, ha come obiettivo il perseguimento degli interessi pubblici; il privato, invece, ha come obiettivo il conseguimento dell’utile tramite l’erogazione di un servizio o produzione e vendita di beni.
Per quanto riguarda il bilancio finale, l’ente publico dovrà mirare al pareggio tra entrate e uscite; invece l’ente privato dovrà aver ottenuto l’importo dei ricavi maggiore rispetto all’importo dei costi, in questo modo riuscirà a mandare avanti la propria azienda senza avere uno squilibrio economico.
Assunzione e contratti nel pubblico
L’accesso al lavoro pubblico è disciplinato dall’Art. 97 comma 3 della Costituzione Italiana, il quale determina che l’assunzione nella Pubblica Amministrazione (Pa) debba avvenire tramite concorsi, molti sono racchiusi qui subito.news.
Tutta la categoria del “pubblico impiego” include i lavori svolti nella Pa, quindi presso tutti gli enti pubblici che erogano dei servizi al cittadino. Tra questi enti troviamo un Ente statale come Ministeri, forze armate, scuole; un Ente locale come Comune, Provincia, Regione, ASL; un Ente pubblico nazionale e territoriale come l’INPS, Monopoli, Poste, Camere di commercio.
I requisiti fondamentali per accedere ai concorsi pubblici e lavorare nelle Pa sono l’aver raggiungo il 18esimo anno di età, essere cittadini italiani o appartenenti all’Unione Europa. La normativa stabilisce che si può accedere sia tramite concorsi, come stavamo dicendo, ma anche tramite centri per l’impiego, per qualifiche; tramite contratti flessibili o contratti per persone appartenenti alle Categorie Protette.
È prevista la possibilità di assunzione tramite un contratto individuale di lavoro flessibile. In questi casi, le Pa assumono il personale per svolgere impieghi temporanei secondo queste tipologie di contratti: contratto di lavoro subordinato a tempo determinato; contratto di somministrazione a tempo determinato oppure contratto di formazione.
Si può collaborare con le Pa anche se si è lavoratori autonomi con P.IVA. Qui bisognerà stabilire preventivamente il luogo, la durata, l’oggetto e il compenso della collaborazione. Ora vediamo nel privato come funziona.
Assunzione nel privato
In questo settore il datore di lavoro decide in totale libertà i criteri di selezione del personale che potrà essere assunto tramite concorsi oppure tramite chiamate dirette e nominative. È sempre il datore di lavoro a scegliere i criteri di selezione e i canali di ricerca di queste figure da inserire all’interno della propria azienda. Inoltre, l’unico obbligo che è tenuto a rispettare è il divieto di discriminazione, secondo l’Art. 3 della Costituzione.