Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera e propria evoluzione dell’imposta di bollo sui prodotti finanziari: fino a qualche tempo fa (più precisamente fino al 2011) non era prevista, infatti c’era la sola tassazione sui conti correnti, poi abbiamo assistito ad un periodo transitorio con bollo fisso stabilito in base a precisi scaglioni di patrimonio per arrivare infine ad un sistema proporzionale. Vediamo quali sono le ultime novità del 2018 e scopriamo come si calcola l’imposta di bollo sui prodotti finanziari.
Cos’è l’imposta di bollo sugli strumenti finanziari
L’introduzione dell’imposta di bollo è dovuta all’approvazione del Decreto Salva Italia del 2011: per il risparmiatore rappresenta un costo di cui bisogna tenere conto quando si decide di acquistare o sottoscrivere un prodotto finanziario. La legge prevede che l’imposta vada pagata per ogni singolo prodotto (ad esempio conto corrente o conto deposito), anche se sono intestati alla stessa persona. Nel caso in cui il conto sia intestato a più persona, l’imposta è dovuta una sola volta perché colpisce lo strumento finanziario e non il fatto che sia detenuto da qualcuno.
Quest’anno l’imposta di bollo ha subito alcune modifiche, diventando un po’ più cara in alcuni casi, ma i criteri di applicazione sono diventati più equi: l’aliquota prevista per le polizze finanziarie, i conti deposito e il deposito titoli passa dallo 0,15% allo 0,20% e non c’è più l’esenzione dal pagamento del bollo fisso (34,20 euro) per gli investimenti inferiori a determinate soglie (in questo caso l’imposta dovrà sempre essere pagata, indipendentemente dall’importo depositato, ma viene introdotto un principio di proporzionalità).
Come si calcola su conti correnti e altri prodotti
Cerchiamo di capire come si calcola l’imposta di bollo sui prodotti finanziario partendo dai conti correnti bancari o postali: è stata confermata l’esenzione per i correntisti che hanno una giacenza trimestrale inferiore ai 5.000 euro, mentre per importi superiori è previsto il pagamento di 34,20 euro (100 euro per le aziende). Passiamo ad altri prodotti finanziari: per quanto riguarda azioni e obbligazioni negli ultimi tempi c’è stato un continuo incremento della tassazione, che è passata dal 12,50% al 26% nel giro di pochi anni, allineandosi con la media degli altri Paesi.
L’imposta di bollo sul conto titoli viene calcolata applicando un’aliquota dello 0,20% sul controvalore di mercato dei prodotti detenuti in portafoglio. La cancellazione dell’imposta di bollo fissa rappresenta senza dubbio un vantaggio per i piccoli risparmiatori e per quelli che hanno giacenza entro i 22.800 euro. Anche sui conti deposito l’imposta di bollo è pari allo 0,20% delle giacenze; bisogna comunque fare una distinzione tra persone fisiche e gli altri soggetti: per questi è previsto un tetto massimo di 14.000 euro (non previsto per le persone fisiche).