Per i trader e gli investitori il 2018 è stato un anno ricco di novità: tra gli strumenti finanziari derivati che sono stati di più sotto la luce dei riflettori ci sono le opzioni binarie; nel corso degli ultimi anni la popolarità di questo strumento era salita vertiginosamente, ma l’eccessiva rischiosità (per molti si trattava di gioco d’azzardo e non di trading) e la forte presenza di broker poco limpidi hanno portato le autorità a prendere un’importante decisione su cui è bene fare un po’ di chiarezza: le opzioni binarie sono state vietate?
Le novità del 2018: la decisione dell’Esma
Già da un po’ di tempo la Consob si stava impegnando più del solito per cercare di bloccare i siti dei broker che operavano in Italia pur non avendo la necessaria autorizzazione, ma la vera mazzata è arrivata con la pronuncia dell’Esma, ovvero l’Autorità Europea dei mercati e degli strumenti finanziari, che è intervenuta impedendo il divieto di commercializzazione, di distribuzione e di vendita delle opzioni binarie agli investitori retail (ovvero ai non professionisti). Che qualcosa stesse per cambiar lo si era notato già nel corso del 2017, quando i più importanti broker specilizzati in opzioni binarie (24Option e IQ Option) hanno abbandonato questo strumento per concentrarsi su altri prodotti (in particolar modo CFD).
Lo stop totale alle opzioni binarie (ne è stata vietata anche la semplice pubblicità) è iniziato ufficialmente lo scorso 27 marzo. Alla base di questa decisione dell’Autorità, come detto, c’è l’elevata presenza di broker illegali e con pochi scrupoli, ma anche le caratteristiche dello strumento finanziario: quando si acquistava un’opzione si doveva prevedere se il prezzo dell’asset sottostante (che poteva essere una materia prima, un’azione, un indice e così via) sarebbe salito o sceso, oppure se sarebbe rimasto all’interno di un determinato intervallo o se sarebbe arrivato a toccare o meno un certo livello di prezzo. Per molti questo non è fare trading ma scommettere e l’eccessiva semplicità dello strumento ne ha diffuso la popolarità, rendendolo particolarmente pericoloso per chi si avventurava in questo mondo senza alcuna conoscenza in ambito finanziario, affidandosi esclusivamente alla fortuna.
Opzioni binarie vietate e limiti ai CFD
I pericoli poi erano ulteriormente alimentati dalla possibilità di utilizzare la leva finanziaria, ovvero quello che possiamo definire come l’amplificatore dei guadagni, ma anche delle perdite. Le opzionni binarie sono state vietate, ma non sono l’unico strumento coinvolto dalle decisioni dell’Autorità: il provvedimento ha infatti previsto forti limitazioni anche per i CFD; per i contratti per differenza non ci sono divieti, ma nuove regole e limiti (valide sempre per la sola vendita al dettaglio); niente più bonus e inventivi, più chiarezza per quanto riguarda i rischi connessi all’attività di trading e maggiore protezione per gli utenti: questi sono lgi interventi principali per quanto riguarda i CFD, a cui si accompagna l’introduzione di limiti alla leva finanziaria (2:1 per e criptovalute, 5:1 per le azioni, 10:1 per alcuni indici e materie prime, 20:1 per gli indici più importanti e alcune coppie valutaria; 30:1 sui cambi più importanti).