Aprire un’azienda, oggi, è sicuramente un’impresa che richiede coraggio, soprattutto dal punto di vista economico: le spese e le tasse sono tante, e soprattutto non si ha la certezza di come andrà l’attività dal punto di vista del guadagno.
Proprio per questo, è stato ideato un calcolo che può essere effettuato dall’azienda per andare a tracciare un profilo di come andrà l’attività in un determinato periodo: si chiama calcolo dei margini di profitto, e sono uno strumento molto utile che può aiutare concretamente a prevenire problemi e situazioni economiche spiacevoli.
Che cosa sono i margini di profitto
Il margine di profitto è un rapporto finanziario molto semplice e diffuso nell’ambito della finanzia aziendale, un parametro che è forse il più utile agli imprenditori e agli investitori per capire in che direzione sta andando l’attività.
I margini di profitto, infatti, sono una percentuale che viene calcolata sulla base della produzione aziendale e sulle vendite totali effettuate: la cifra che risulterà da questa operazione è definita margine di profitto, e aiuta ad avere un quadro completo sull’efficacia dell’attività dell’impresa, oltre che a dare un’idea di come andrà il profitto dell’azienda nel prossimo futuro.
Per avere un risultato più realistico possibile, è meglio concentrarsi sui dati delle attività aziendali relativi a un preciso periodo di tempo, che può essere un mese, un anno, un trimestre, un semestre.
Esistono tre tipi diversi di margini di profitto: sono lordo, operativo e netto, e tutti e tre possono essere calcolati con una semplice formula che va a dividere il profitto (il cui calcolo varia in base al tipo di margine) con i ricavi. La cifra ottenuta sarà il margine di profitto, mentre moltiplicandola per 100 si otterrà lo stesso dato ma espresso in percentuale.
Guida e consigli per il calcolo dei margini di profitto
Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, esistono diversi tipi di margini , ognuno dei quali ha un calcolo diverso per quanto riguarda il profitto.
Iniziamo analizzando il margine di profitto lordo: si tratta dell’indicatore dei profitti correlati ai costi di produzione, e quindi per calcolarlo sarà necessario considerare il profitto lordo, ovvero i ricavi totali meno il costo delle merci vendute.
Il secondo tipo si chiama margine di profitto operativo, ed è dato dal totale dei ricavi meno le spese aziendali, che possono essere costi operativi, ammortamento, spese amministrative e tutti quei costi quotidiani relativi alla gestione di un’azienda.
La terza tipologia è il margine di profitto netto, un indicatore della redditività complessiva che aiuta a capire se l’impresa riesce a trasformare in modo appropriato i ricavi in profitti. In questo caso, poiché questo tipo di profitto tiene in considerazioni più detrazioni dai ricavi rispetto al precedente, sarà necessario calcolare il totale dei ricavi meno il costo delle merci vendute, ma anche degli interessi, delle imposte, delle azioni privilegiate e della restituzione del debito.
Il consiglio che di solito si fornisce alle aziende è quello di calcolare tutte e tre le diverse tipologie di margini di profitto: da sole, infatti, non potranno fornire un quadro completo della situazione finanziaria, in quanto ogni tipo di margine si occupa di analizzare una particolare area di profitto.