Ancora brutte notizie dal fronte del mercato immobiliare dove il numero delle compravendite nel primo trimestre di quest’anno fa registrare un -3% che non è certo di buon auspicio. Questi dati, seppur importanti, non devono essere interpretati come una sorpresa.
Ormai il settore è in fortissima crisi e dai picchi del 2007 è stata una costante caduta libera sia per le quotazioni degli immobili, con ribassi che sono andati dal 20 al 50% a seconda della città italiana, che per il numero delle compravendite.
A questo punto sono in molti a domandarsi se sia arrivato il momento di provare a investire nel settore contando in una futura ripresa o se, al contrario, ci siano ancora margini di discesa.
Ovviamente nessuno può saperlo con certezza quindi le analisi che andremo a fare, così come quelle che si possono leggere sui principali siti finanziari, sono puramente indicative e lasciano il tempo che trovano.
Per quanto ci riguarda il settore immobiliare è arrivato ad un punto di stallo. Al momento è difficile immaginare altri cali importanti ma, allo stesso modo, è difficile che si possa verificare un aumento delle quotazioni o delle compravendite nel brevissimo periodo.
Il motivo è molto semplice: non ci sono i presupposti. Con la disoccupazione al 13%, le banche che erogano mutui con il contagocce e con i giovani sempre più in crisi appare molto improbabile che ci possa essere una ripresa tale da giustificare un aumento dei prezzi su scala nazionale.
Anche se ci fosse un interesse significativo di chi investe nel settore questo non dovrebbe essere sufficiente a stravolgere il mercato. E se non fosse chiara la situazione basta farsi un giro per i cosidetti “nuovi quartieri” di molte città italiane per vedere che molte delle abitazioni sono ancora in vendita dopo anni.
Per quanto ci riguarda riteniamo che perchè possa esserci una ripresa “sana” del mercato questa debba essere accompagnata dai giusti presupposti economici che al momento, spiace dirlo, non sussistono.