Giornata pesantissima, quella di ieri, per il titolo Pininfarina. La storica azienda italiana ha concluso un accordo con la Mahindra, società indiana, per l’acquisizione dell’azienda ad un costo significativamente ridotto. D’altronde c’è da dire che i vertici dell’azienda avevano poca scelta, vista l’esposizione verso le banche e il momento particolarmente difficile.
Di sicuro abbiamo svenduto un altro pezzo di Italia ma ormai, sui mercati sempre più globali, c’è poco da fare. Sta di fatto che il titolo ha perso oltre il 60% in un solo giorno e per le prossime sedute sono previti nuovi ribassi.
Il fatto è che l’offerta di 1,10 euro ad azione con cui si è concluso l’affare era molto lontana dalle quotazioni di mercato. Solo la scorsa settimana il titolo valeva oltre i 4 euro, tanto per capire.
Le parole del Presidente dell’azienda, Paolo Pininfarina, sono state (come è doveroso che sia in queste circostanze) molto entusiaste: “Pininfarina resta un marchio italiano. L’azienda resta in Italia. I dipendenti restano in Italia. Le attività di ingegneria restano in Italia. Questi dieci anni sono stati molto difficili al punto da poter essere paragonati ad una traversata nel deserto ma con questo accordo guardiamo al futuro e alla crescita”.
Quello che ora molti si domandano è se basterà liberare l’azienda dai debiti e immettere 20 milioni di capitale fresco per far diventare la Pininfarina un’azienda davvero globale. Una risposta a questa domanda arriverà solo nel tempo perchè il percorso è ancora molto lungo e insidioso. Bisogna arrivare al closing e vedere fino a che punto l’allineamento di mercato si spingerà.
Insomma le azioni arriveranno a quotare intorno al valore di vendita di 1,10 euro o si spingeranno oltre? Di sicuro quello in corso è un contesto poco favorevole visti i continui ribassi di borsa degli ultimi giorni che, di cert, non fanno be sperare per le prossime sedute.