Lo split payment è quel meccanismo tramite il quale l’acquirente acquista un bene ad un prezzo al metto dell’Iva, che poi sarà lui stesso a versare all’Erario, si tratta di una deroga al regime ordinario, che invece prevede che l’Iva venga versata al fisco dal cedente.
Il Dipartimento delle Finanze ha pubblicato l’elenco dei soggetti che sono tenuti all’applicazione della scissione dei pagamenti nel 2020: vediamo per chi è previsto l’esonero e cerchiamo di capirne di più sullo split payment professionisti.
Cos’è e come funziona la scissione dei pagamenti
Ovviamente il meccanismo della scissione dei pagamenti può essere attuato solo in determinate occasioni: lo split payment non può riguardare i rapporti tra privati, ma solo quelli con la Pubblica Amministrazione. Questo significa che l’Amministrazione Pubblica (agendo sia come autorità istituzionale che come impresa) paga al suo fornitore (cedente o prestatore) un prezzo al netto dell’Iva, che poi verserà direttamente all’Erario. Il fornitore è comunque tenuto all’emissione della fattura in formato elettronico, che dovrà essere trasmessa tramite il canale del sistema di interscambio.
La fattura indica la base imponibile, l’aliquota Iva prevista e l’importo dell’imposta stessa, però deve essere presente l’annotazione “scissione dei pagamenti”, con tanto di riferimento all’articolo 17 ter del DPR 633/1972. Per adempiere all’obbligo di annotazione è sufficiente riportare la lettera S nel campo riservato all’esigibilità Iva. L’operazione viene registrata nel registro delle fatture emesse, ma facendo attenzione a non computare la relativa imposta sul valore aggiunto nella liquidazione periodica; per questo motivo di solito viene suggerito di utilizzare un codice Iva specifico per poter distinguere queste operazioni da quelle ordinarie.
Split payment professionisti 2020: quando è previsto l’esonero?
Per quanto riguarda il 2020, lo split payment viene applicato quando si hanno rapporti con i seguenti soggetti:
- società che sono controllate dal Ministeri o dalla Presidenza del Consiglio del Ministri;
- enti e società controllate da Amministrazioni Locali o Amministrazioni Locali;
- enti e società controllate da enti nazionali di assistenza e previdenza;
- enti, società o fondazioni partecipate per almeno il 70% da Amministrazioni Pubbliche;
- società che sono quotate in Borsa e sono inserite nell’indice FTSE MIB.
Va comunque detto che dal 2018 l’applicazione della scissione dei pagamenti viene esclusa per le prestazioni di servizi che prevedono compensi assoggettati a ritenute di acconto. Quindi per i professionisti che nelle fatture inseriscono una ritenuta d’acconto è previsto l’esonero dallo split payment. Questo significa che anche nei rapporti con la Pubblica Amministrazione va seguito il regime ordinario, con l’emissione di una fattura “normale”, il pagamento del compenso comprensivo di Iva, che poi dovrà essere versata allo Stato dal professionista stessa.