Se l’elezione inaspettata di Donald Trump dello scorso novembre 2016 ha suscitato scalpore e trambusto sui mercati statunitensi e internazionali, l’effettivo insediamento del neopresidente alla Casa Bianca del 20 gennaio 2017 ha a dir poco scandalizzato il mondo intero. Il motivo è palese, la coerenza con quanto sostenuto da costui nel corso della lunga campagna elettorale è evidente; dunque via allo scompiglio politico e finanziario. Ma, al netto di dilungarci ulteriormente sui più che chiacchierati provvedimenti di Donald Trump, le cui scintille considerevoli hanno acceso e continuano ad alimentare i fuochi delle proteste, vediamo nei seguenti paragrafi quali sono le reazioni immediate sulla borsa, sui Forex broker, sul dollaro statunitense.
Il protezionismo di Trump e l’influenza sui mercati
Fra i punti cardine che hanno spinto gli americani a eleggere il grande magnate statunitense si cita innanzitutto il protezionismo, piano politico che il neopresidente degli Stati Uniti d’America non ha tardato a intraprendere in questi primi giorni di insediamento. Già lungo il primo discorso da Presidente, Donald Trump, ha avuto l’ardire di sacramentare ‘America First’, due parole che hanno dato l’avvio a quanto i giorni e le settimane seguenti hanno dimostrato.
Alzare un muro per tutelare l’economia interna con malcelate minacce verso i più importanti paesi esportatori negli States è una faccenda reale. Tassare, quelle tante società americane che hanno deciso in passato e stanno decidendo di delocalizzare la relativa produzione al di fuori dei confini degli Stati Uniti d’America e minare il sostegno militare agli alleati che hanno potuto contare sul loro appoggio finora sono circostanze che inevitabilmente creano scompiglio nella politica quanto nell’economia.
E se aggiungessimo a ciò il fatto della costruzione del muro con il Messico, il cosiddetto Muslim ban, e la chiusura di tutto ciò che è fuori dai confini americani, la situazione diventa quasi irreale sebbene sia indubbia la coerenza con quanto sbandierato da Trump in campagna elettorale. Un protezionismo di tale entità, stando a quanto riportato da analisti di varia nazionalità, potrebbe causare serie ripercussioni sull’economia statunitense, nonché sul mercato globale.
A fronte di considerazioni tali, nel paragrafo che segue scopriamo quali potranno essere le conseguenze effettive di un atteggiamento di questo tipo nel Forex e, in dettaglio, nel dollaro statunitense.
Forex e USD: le influenze delle iniziative di Trump
Per dipingere una bozza della situazione di questo primo mese di Donald Trump indichiamo la quotazione del cambio euro dollaro statunitense in due momenti indicativi. Il 20 gennaio 2017, giorno dell’insediamento del neopresidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, il cambio EUR USD stava a quota 1.0632; nel momento in cui scriviamo, 10 febbraio 2017, l’ultimo prezzo di mercato risulta pari a 1.06462.
Al netto di ulteriori informazioni, chiunque penserebbe che il cambiamento sia minimo. In un certo senso così è, però c’è almeno un fattore da tenere in considerazione. Nell’arco di soli quattro giorni, dal 20 al 24 gennaio scorsi, il cambio euro dollaro è passato dal menzionato 1.0632 a ben 1.748, evidente balzo a favore dell’Euro che potrà in un certo qual modo risultare utile nel caso in cui si volesse paragonare tale quadro con lo storico del cambio di valute.
In questi termini, spulciando i grafici in proposito del cambio di cui ci stiamo occupando, risulta evidente il crollo dell’euro a favore del dollaro in un preciso momento storico. Il 9 novembre dello scorso anno, giorno in cui Donald Trump vinse inaspettatamente le elezioni contro Hilary Clinton, il rapporto fra le due valute stava a 1.1022, due settimane più tardi tale cifra crollava fino a raggiungere quota 1.0548 per poi salire e ridiscendere poi, poco meno di un mese più tardi, il 20 dicembre 2016, a una cifra pari a 1.0364. Da quel momento in poi, l’euro si è ripreso sulla valuta statunitense fino alla menzionata quotazione odierna pari a 1.06462.
Malgrado la malcelata volontà di rafforzare il dollaro fino alla penultima settimana dello scorso anno sia risultata in qualche misura efficace, in queste prime settimane dall’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, il dollaro non riesce a registrare un tangibile apprezzamento sul Forex. A ogni modo, alcuni analisti prevedono che nel prossimo futuro vi sia un deprezzamento costante del dollaro. Tale situazione deriva dall’inflazione americana in costante crescita e dall’incremento del disavanzo pubblico statunitense, fattori che vanno ad aggiungersi a quanto detto, ma che risultavano invero presenti già prima dell’insediamento del neopresidente. Ad ogni modo, molti altri analisti prospettano un dollaro abbastanza stabile sulle quotazioni attuali, circostanza che, qualora si avverasse, lascerebbe ben sperare sull’economia statunitense e sui mercati del resto del mondo.