Nella giornata di ieri le borse europee hanno tirato il fiato dopo una settimana intensa e dai contorni contrastanti. La notizia che ha tenuto banco è stata quella relativa alla Grecia: secondo l’agenzia Dow Jones le casse di Atene sarebbero vuote.
Sono rimasti appena i soldi per arrivare alla fine del mese e poi sarà il caos. A questo bisogna aggiungere il nuovo taglio di rating di S&P che aggrava la situazione finanziaria del paese e ha il sapore di una scelta politica piuttosto che puramente economica.
Queste, infatti, le motivazioni esposte dai responsabili dell’Agenzia di rating secondo cui “sebbene il nuovo governo greco sia in carica da meno di due settimane crediamo che la sua limitata liquidità e l’avvicinarsi delle scadenze sul debito limitino la sua flessibilita’ nei negoziati“.
In sostanza, secondo S&P, Tsipras non avrebbe troppo margine di manovra nelle trattative perchè sa benissimo di non avere molto tempo prima che le casse si svuotino definitivamente e il paese sia costretto a dichiarare default, con tutto quello che ne consegue.
Ma, novità assoluta, c’è di più. Secondo S&P ci sarebbe la possibilità che la “perdita di accesso ai finanziamenti da prestatore di ultima istanza potrebbe risultare nell’uscita della Grecia dall’Unione economica e monetaria“.
Insomma un’eventuale uscita della Grecia dall’eurozona non viene vista dalla società di rating come una condizione impossibile ma, al contrario, come una delle possibilità che si prospettano qualora le trattative non andranno a buon fine.
A questo punto verrebbe da chiedersi a chi conviene davvero tutto questo. Forse l’Europa farebbe bene a ritrovare una volontà comune smettendo di farsi influenzare in maniera tanto determinante dalla Germania.