Come avevamo largamente preannunciato circa un mese fa ecco che si concretizza la prima vittima di questa guerra di prezzi sul greggio. Si tratta della WbhEnergy, una piccola compagnia texana, che non riuscendo più a far quadrare i conti con un prezzo del petrolio tanto basso è stata costretta a “portare i libri in tribunale“.
Ovviamente si tratta di una piccola compagnia, niente di grave dal punto di vista globale ma potrebbe essere la conferma di quanto molti analisti vanno ripetendo da tempo, ossia che un prezzo del petrolio sotto i 70 dollari al barile finirà con il mettere in ginocchio le compagnie americane.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, ci sarebbero circa una dozzina di società di estrazione letteralmente coperte di debiti ch continuano ad avere necessità di denaro in prestito.
Queste società potrebbero essere davvero a rischio visto che le loro obbligazioni già sono classificate come “junk”, spazzatura, dalle agenzie di rating e, di conseguenza, i tassi di interesse sono molto elevati.
Il problema, per il momento, è circoscritto alle aziende che operano con tecnologia shale oil e shale gas che per sua natura è molto più costosa e richiede un investimento maggiore in termini di tecnologia.
Ma attenzione con questo non vogliamo dire che il costo del petrolio così basso avrà dure ripercussioni sull’economia americana perchè nel complesso, come è logico che sia, saranno più i benefici che i danni. Un prezzo del greggio tanto basso significa minori spese di produzione e trasporto per le aziende, significa poter tenere i prezzi bassi e stimolare i consumi interni ed esterni.
Comunque secondo molti analisti, il prezzo del greggio non si manterrà a lungo sotto i 40 dollari ma si stabilizzerà su valori intermedi (ipoteticamente intorno ai 60-70 dollari al barile). Insomma rivedere di qui a breve i 100 dollari al barile è impossibile perchè c’è troppa offerta e troppa poca domanda.